martedì 28 giugno 2011

Mundo trasloca (e se ne rende conto solo adesso)

Va bene, mi piace immaginare che qualcuno di voi, tra un referendum abrogativo e l'altro, si sia chiesto: ma che fine ha fatto Mundo? Beh a queste anime curiose rispondo: un trasloco non è cosa che si sbriga (e assimila) in due giorni. E jà estou desculpado. La verità è che all'inizio del mese ho abbandonato il mio placido quartiere residenziale da risposino pomeridiano per passare in quest'altro, molto più popolare e dalle atmosfere, diciamo così, etno: Anjos, dove corri il rischio di essere abbordato per strada da una ex tossica che ti offre del sesso gratis e un negozio su due è indiano, turco, del Bangladesh o di Carrapipi. Tutto fuorchè lisboeta, anche se i lisboeti continuano tranquillamente ad abitare il quartiere, coi loro millemila bar, e - dunque - a farla da padroni nella nobile arte del cafè cheio da 3000 GRADI FAHRENHEIT. Anjos, a pochi minuti dalla celeberrima Feira da Ladra e dai ristoranti cinesi (illegali) più in della città. Anjos! Dove si concentra la parte più multicultutale, fricchettona e fondamentalmente più spelacchiata di Lisboa...
...E dove anche se vivi in una casa al terzo piano senza ascensore di una rua in salita, tutto sommato ti sta bene e pensi: va beh però è barato. Si perchè se in una notte di mezza estate come questa vi affacciaste dalla finestra del mio quarto poreste godere di una vista romantica come questa...


... E per 140 euri al mese, macchevaicercando, dico io. Anche qui regna la tranquillità, alla sera, quando i negozietti world-etno-spelacchiati abbassano le saracinesche e il quartiere piomba in questa specie di limbo nostalgico da crepuscolarismo spinto, per poi tornare movimentato e vivace al mattino dopo, quando i bar e i negozi riaprono e le strade si ripopolano di migliaia di persone di etnia, cultura e provenienza diversa, dagli africani agli indiani ai cinesi fino agli anonimi europei e tu discendi l'Avenida Almirante Reis, nel bel mezzo di questo pacifico meltin-pot, spinto da un venticello leggero, magari ascoltando, così, per darti maggiore sprint, un pezzo a caso di Gurdas Maan...


...E allora sì, in quel momento, anche se la vita è dura, anche se vai al lavoro, e il tuo lavoro è quel che si dice basicamente uma merda, allora in quel momento ti senti felice e grato, grato di quel che hai, di quel che vedi, e orgoglioso di quel che fai e di quel che ti sei guadagnato. Tutto sommato, ti sta bene e pensi: va beh però è barato.

1 commento:

Tutti i commenti che saranno ritenuti offensivi o lesivi dell’immagine od onorabilità di terzi, saranno rimossi. Saranno altresì rimossi commenti considerati spam, razzisti e che contengano dati personali non conformi al rispetto della norma sulla Privacy vigente.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...