lunedì 3 novembre 2014

Le 10 piú belle canzoni su Lisbona

Carissimi Mundiali, benritrovati! :)
lasciamo per un pó da parte le patetiche avventure de IL CORVO, il nostro supereroe lisboeta (non vedete l'ora di sapere come va a finire, emh, VERO?), e torniamo a occuparci di musica; se dopo i due post sui fadisti vi sono rimasti fazzolettini e soprattutto lacrime, preparatevi che oggi li finirete entrambi del tutto: ci andiamo infatti ad ascoltare le 10 piú belle canzoni su Lisbona, cittá della saudade, il che vuol dire che anche quando si é felici e contenti, e soprattutto quando lo si é, SI SPIANGE di brutto brutto brutto. Ora, so che non ce n'é bisogno, percaritásignoramia, ma io puntualizzo lo stesso, che nonsisammai: le 10 canzoni su Lisbona che seguono, sono le piú belle SECONDO ME, tra quelle che CONOSCO IO, che se volessimo provare a citarle tutte non basterebbero trentordici post come questo (esiste una cittá europea piú cantata di Lisboa? Forse, uh, Napoli?). Sono benvenuti perció i vostri commenti e le vostre segnalazioni: qual'é la vostra canzone su Lisbona preferita? Ce n'é una, non citata in questo post, che vorreste aggiungere alla lista? Fatecelo sapere, che al limite ouh!, ne facciamo pure un secondo. Con altre 10. Macheccefregamachecceimporta.

LISBOA MENINA E MOÇA


Esiste canzone su Lisboa piú celebre di questa? Sei lá. Scritta da Ary dos Santos, Joaquim Pessoa, Fernando Tordo (testo) e Paulo de Carvalho (musica), e interpretata dal "veterano" Carlos Do Carmo, é sin dall'anno della sua apparizione (1976) l'"inno" per eccellenza della capitale portoghese: ogni alfacinha doc ne conosce a memoria il testo, che conduce a braccetto in un poetico viaggio per immagini eattraverso i simboli piú rappresentativi della cittá: il Castelo de São Jorge, il Fiume Tejo, l'antico quartiere di Alfama, il Terreiro do Paço; Lisboa, suggerisce la canzone, é allo stesso tempo bambina ("menina"), ragazza ("moça") e donna di strada ("mulher da rua"): innocente ("tão pura", cosí - tanto - pura) quanto esperta ("varina", venditrice ambulante di pesce); i suoi seni sono le colline che la compongono, il suo bellissimo corpo é disteso "à beira mar", sul bordo del mare; ecco dunque che chi la canta prova "ternura", tenerezza, e contemporaneamente attrazione ("...Mas na Graça vejo-te nua", ma a - nel quartiere di - Graça ti vedo nuda), tanto da permettersi a fine poema una piccola licenza erotica ("por minhas mãos despida", spogliata dalle mie mani). Ma niente paura, é vero amore: "Amada, cidade-mulher da minha vida!" (Amata, cittá-donna della mia vita!).


ADORO LISBOA


Quando si parla della Lisboa "cantata" non si puó non citare gli ottimi Madredeus (prima o poi arriva un post esclusivamente dedicato a loro, promesso!), che alla cittá hanno dedicato piú di un brano, anzi, album interi. Adoro Lisboa (autori Pedro Ayres Magalhães e Fernando Júdice), traccia n.3 dell'album Faluas do Tejo (2005) é la mia preferita; un'altra serie di immagini evocative: "os bairros antigos" (i quartieri antichi), "vinho e sardinhas no verão" (vino e sardine in estate), "há que descer e subir por estreitas escadas" (c'é da scendere e salire per strette scalinate); un'altra dichiarazione d'amore nel delicato, inconfondibile timbro del gruppo: "Adoro Lisboa, eu quero-lhe bem" (Adoro Lisboa, le voglio bene); seguita subito dopo dalla consapevolezza quasi di non poterla "possedere" del tutto: "Sei que há muita gente que adora também" (So che ci sono molte persone che la adorano altrettanto), che quest'amore piú che una camera a gas é una camera a ore. Se siete come me rimasti stregati dalla splendida voce di Teresa Salgueiro, passate pure avanti perché ce la andiamo a riascoltare praticamente subito!

LISBOA



Lisboa, scritta dalla stessa Salgueiro, é tratta dall'album O Mistério (2012), il primo album da solista della cantante dopo "il divorzio" (sigh) coi Madredeus avvenuto nel 2007. La capitale portoghese é per lei "uma porta aberta para o mar, um convite a navegar" (una porta aperta sul mare, un invito a navigare) che "abraça quem quer chegar" (abbraccia chi - vi - arriva) e "Desde sempre assim foi" (é cosí da sempre), e chi vive o ha vissuto a Lisboa e conosce un minimo della sua storia sa che é verdade. Il testo prosegue col racconto di una passeggiata, quasi con occhi da turista, per le stradine di Alfama, culla del Fado, "labirinto de casas brancas" (labirinto di case bianche). "Eu só queria desenhar nesta melodia o amor a minha cidade" (Vorrei solo disegnare in questa melodia l'amore per la mia cittá), prosegue, "a cidade mais linda, bela, mágica, radiosa". E conclude: "vou para sempre cantar (Lisboa)". Non chiediamo altro, Teresa.


CHEIRA A LISBOA



Siamo al 4º pezzo e giá mi devo smentire da solo; esiste una canzone su Lisbona piú celebre di Lisboa menina e moça? Mi sa di si, ed é questa: Cheira Bem (testo: César de Oliveira, musica: Carlos Dias), della regina Amália Rodrigues! È precedente (1972) al pezzo di Carlos Do Carmo e siiiicuramente altrettanto popolare, anzi, é la canzone popolare per eccellenza, tutt'ora uno dei tormentoni dei mitici arrarial (pl. portoghese: arrariais), vere e proprie "discoteche all'aperto" che ogni anno a giugno, durante le titaniche Festas de Lisboaanimano i quartieri della capital alfacinha. Il testo? Un'ode gioiosa (ma non per questa priva di riferimenti "saudosos" e malinconici) alla cittá, raccontata attraverso gli odori e i profumi delle sue strade: "procissões têm o cheiro a rosmaninho, nas tascas da viela mais escondida cheira a iscas com elas e a vinho" (le processioni profumano di rosmarino, nelle tavernette nei vicoli piú nascosti  - Lisboa - profuma di iscas com elas...



...E vino); "Lisboa cheira aos cafés do Rossio e o Fado cheira sempre a solidão, cheira a castanha assada se está frio, cheira a fruta madura quando é Verão" (Lisbona profuma dei café di Rossio e il Fado profuma sempre di solitudine, profuma di caldarroste quando é freddo, profuma di frutta matura quando é estate"). E poi il celebre ritornello: "Um craveiro numa água furtada: cheira bem cheira a Lisboa; uma rosa a florir na tapada: cheira bem, cheira a Lisboa; a fragata que se ergue na proa, a varina que teima em passar: cheiram bem porque são de Lisboa, Lisboa tem cheiro de flores e de mar!". Lisbona profuma di fiori e di mare!


LISBOA


Ancora una Lisboa, stavolta del gruppo punk-rock Tara Perdida con la partecipazione alla voce di Tim, vocalista dei Xutos & Pontapes (autori J. A, Sousa, P. F. Rosario, J. B. De Souza, J. R. Da Costa, T. Felgueiras da Silva, P. F. Rosaro). Pezzo estratto dal disco Dono do Mundo (2013), il 7º album di originali della band. Stavolta il punto di vista é quello di uno che si appresta a partire, ovvero lasciare la cittá; cosa tristissima, antipaticacomelamorte, che scoccia, scoccia forte, in una parola: custa, anche se per un breve periodo. "passo por ti condenado a sentir um vazio na hora de te abandonar "(passo per le tue strade condannato a sentire un vuoto nell'ora di abbandonarti), "um adeus, vou partir" (un addio, sto partendo); "agarro-me a ti confrontado a saudade que sinto, a hora está-se a aproximar" ("Mi stringo a te, di fronte alla nostalgia che sento, l'ora di sta avvicinando"); ma per adesso sono ancora qui, e mi godo questi ultimi, intimi istanti: "Lisboa, és só tu e eu" ("Lisbona, siamo solo tu ed io").


LISBOA



La Lisboa dei Trovante, (testo: Eugénio de Andrade, musica dei Trovante), contenuta nell'album Baile no Bosque (1981), é un piccolo poema dalle atmosfere, uh, quasi bucoliche: la capitale portoghese é "uma rapariga descalça e leve" (una ragazza scalza e leggera), "um vento súbito e claro nos cabelos" (un venticello chiaro tra i capelli), sembra di vederla danzare, leggiadra e sbarazzina, senza pensieri, "descendo degraus e degraus e degraus até ao rio" (scendendo scalini e scalini e scalini fino al fiume). Ma con "a solidão aberta nos lábios e nos dedos" (la solitudine -tra- le labbra e le dita). Se no, non sarebbe lei :)

LISBOA



Dalla Lisbona "campestre" dei Trovante alla Lisbona-giunglaurbana (con tanto di urlo alla Tarzan: uooeeeh-uooh-oh) del gruppo pop-rock Pólo Norte, dal disco d'esordio Expedição (1995); titolo, chevelodicoaffare, Lisboa (testo e musica di Miguel Gameiro). Un viaggio ontheroad per la capitale, di notte: "Ruas e Vielas, musgo nos telhados" (strade e stradine, muschio sui tetti), "Velhos á janela" (anziani alla finestra), "rádios acesos (...), mulheres de rua" (radio accese, ... donne di strada). "Olhar-te nua e crua, rodeado de um muro de gente que não recua" (guardarti nuda e cruda, circondato da un muro di gente che non dirada). 


A CANÇÂO DE LISBOA


in questa Canção de Lisboa, composta e interpretata da Jorge Palma, la cittá é lo sfondo, o forse la cornice, della solitudine di un uomo, oggi diremmo un uomo d'altri tempi, stanco della monotonia e della superficialitá che si nascondono dietro le relazioni sociali "adulte": "As conversas sempre iguais, os horóscopos, os signos e ascendentes", simatagliaperfavorestringi, poi l'ovvio epilogo: "sono acalma os corpos agitados pela noite atirados contra colchões errados" (il sonno calma i corpi agitati e dalla notte scaraventati su materassi - letti - errati); alla fine "há o silêncio de quem não ri nem chora" (c'é il silenzio di chi non ride né piange), il ritorno a una solitudine profonda dopo un atto sessuale occasionale senza alcun significato. Che ouh!, c'é ben poco da sghignazzare, che é una tristezza, guarda.
Il brano rivela una sorta di "pessimismo urbano" che riflette forse quella che era la visione che il cantautore aveva all'epoca di Lisbona: una cittá bella ma popolata da persone sole che dissimulano la loro infelicitá in relazioni fugaci e senzaimpegno. Che é un pó il motivo per il quale ogni anno si riempie di erasmus.
Il pezzo é contenuto in Da-mé Lume, un best of del 2000; non sono riuscito a risalire all'album originale, pertanto se tra i lettori c'é un palmiano doc che ci voglia dare delucidazioni, é il benvenuto, che noi intanto si va avanti, grazie.

LISBOA QUE AMANHECE


Un altro classico: Lisboa que amanhece (Lisbona quando albeggia), scritta e interpretata da Sergio Godinho e contenuta nell'album Na vida real del 1986, anche se si preferisce tutti, não é?, la versione piú recente in duetto con laleggendaviventedellamusicabrasiliana Caetano Veloso, dal disco O irmão do meio (2003), dove il cantautore di Porto rivisita 15 dei suoi brani piú celebri in collaborazione con altrettanti gruppi e/o musicisti "lusofoni". È l'alba: "Cansados vão os corpos para casa" (stanchi tornano i corpi a casa) dopo una notte che definirei brava, anzi, brasileira, per una Lisbona "mãe solteira" (mamma single), che "amou como se fosse a mais indefesa princesa" (ha amato come la piú indifesa principessa). Vá, una notte brava bravissima.


IL GRAN FINALE


RECADO A LISBOA

Ora bem.... Da Trovante in poi abbiamo per un pó fatto ricaricare le ghiandole lacrimali, mó possiamo tornare a svuotarle! Preparatevi, perché si torna a spiangere come un vitello orfano. Di piú, come un vitello orfano adottato e poi riabbandonato. È un mondo crudele.
Finora abbiamo visto una Lisbona raccontata "dal di dentro", attraverso luoghi profumi e metafore piú o meno auliche, dal punto di vista di chi ci vive, e pronto, o di chi ci sta ma si appresta a lasciarla, poverino. Stavolta esageriamo; in questo pezzo finale, il punto di vista é quello di un uomo CHE È GIÀ PARTITO e da lontano scrive una lettera cheia de saudade alla donna , alla mamma, alla cittá che ama. Un pezzo che dedico a tutti voi mundiali che mi leggete dall'Italia, che avete passato una vacanzadasogno© o, peggio, un periodo della vostra vita nella "cidade mais linda, bela, mágica, radiosa" del mondo, e ci avete lasciato il cuore e le ORBITE OCULARI.
Ci siamo: sedetevi, sfilate un fazzoletto. Assicuratevi di essere soli. Ecco a voi Recado a Lisboa (messaggio a Lisbona), scritta da João Villaret e interpretata da Francisco José. Prooooobabilmente, ma non ne sono sicuro, del 1961 (anche qui, se c'é chi ne sa di piú...); resta il fatto che potrebbe essere stata scritta ieri. O domani.
Segue traduzione INTEGRALE del testo :)



Lisboa, querida mãezinha (Lisbona, cara "mammina")
Com o teu xaile traçado (col tuo scialle ricamato)
Recebe esta carta minha (ricevi questa mia lettera)
Que te leva o meu recado (che ti porta il mio messaggio)

Que Deus te ajude Lisboa (che Dio ti aiuti, Lisbona)
A cumprir esta mensagem (a compiere -soddisfare le richieste di- questo messaggio)
De um português que está longe (di un portoghese che é lontano)
E que anda sempre em viagem (e che viaggia di continuo)

Vai dizer adeus à Graça (dí addio a -al quartiere di- Graça
Que é tão bela, que é tão boa (che é tanto bella e buona)
Vai por mim beijar a Estrela (bacia per me -il quertiere di- Estrela)
E abraçar a Madragoa (e abbraccia -il quartiere di- Madragoa)

E mesmo que esteja frio (e anche se c'é freddo)
E os barcos fiquem no rio (e le barche rimangono nel fiume)
Parados sem navegar (ferme senza navigare)
Passa por mim no Rossio (passa per me da Rossio)
E leva-lhe o meu olhar (e portagli il mio sguardo)

Se for noite de São João (se é la notte di San Giovanni)
Lá pelas ruas de Alfama (lí per le strade di -del quartiere di- Alfama)
Acendo o meu coração (accendo il mio cuore)
No fogo da tua chama (nel fuoco della tua fiamma)

Depois levo-o pela cidade (dopo lo porto per la cittá)
Num vaso de manjericos (in un vaso di basilico)
Para matar a saudade (per "uccidere la nostalgia")
Desta saudade em que fico (questa nostalgia in cui vivo)

Vai dizer adeus à Graça (dí addio a -al quartiere di- Graça
Que é tão bela, que é tão boa (che é tanto bella e buona)
Vai por mim beijar a Estrela (bacia per me -il quertiere di- Estrela)
E abraçar a Madragoa (e abbraccia -il quertiere di- Madragoa)

E mesmo que esteja frio (e anche se c'é freddo)
E os barcos fiquem no rio (e le barche rimangono nel fiume)
Parados sem navegar (ferme senza navigare)
Passa por mim no Rossio (passa per me da Rossio)
E leva-lhe o meu olhar (e portagli il mio sguardo)


Beh? Che vi avevo detto????? ^_^


<< TI ODIO, Mundo! >>


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2 commenti:

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