giovedì 13 febbraio 2014

Breve storia illustrata del Fado (pt.1)

É l'anima, il cuore, e - come vedremo - per un pó é stato anche il sangue (letteralmente) del popolo portoghese: patrimonio collettivo di un intero Paese e dal 2011 Patrimonio Immateriale dell'umani dell'UNESCOil Fado ha finalmente ottenuto il (meritato) riconoscimento della comunitá internazionale, passando ad essere annoverato tra i generi concernenti la World Music e aumentando di qualche punto percentuale la proverbiale AUTOSTIMA dei portoghesi, che cosí possono tranquillamente ammettere che si! Ci piace il Fado, e smettere di vergognarsi, dato che fino alla fine degli anni 80, inizio anni 90, ascoltare Fado era considerato roba da tamarri - se non da, orroreorrore, nostalgici del Salazarismo - e che fino a qualche anno fa non era ancora ben chiaro che roba fosse, se una mania popolare, se un difetto congenito, una malattia atlantica o una mutazione genetica.
Che vi/ci/gli piaccia o meno, il Fado é oggi una delle ricchezze di questo Paese, ed una delle sue pecularieitá; il motivo ricorrente che vi seguirá ovuuuunque durante la vostra permanenza in Portogallo, sottoforma sia di spudorato merchandise....





....Sia di veeeeelatiiissimi messaggi subliminali....




È perció il momento di occuparcene come si deve anche qui sul Blog di Mundo, con una Breve storia illustrata del Fado che vi trasformerá tutti in ORGOGLIOSI estimatori.


LE ORIGINI
"O fado", José Malhoa, olio su tela, 1910.

Il termine deriva dal latino fatum (ossia destino); come quasi tutte le musiche popolari, il Fado si é "fatto le ossa" ed é cresciuto negli ambienti borderline, al confine della malavita e della piccola delinquenza urbana; Nessuno sa QUANDO sia nato esattamente, e DA CHI. Diciamo che é, come si suol dire, figlio di madre ignota. Lo abbiamo visto nella Breve storia illustrata del Bairro Alto: agli inizi del XIX secolo, epoca in cui cominciava a venire regolarmente suonato nelle bettole e nei bordelli del celebre bairro lisboeta, era la colonna sonora di bevute, risse, coltellate e fugaci incontri amorosi tra marinai e pie donne da 10 escudos a botta. 


Che li attiravano nel locale proprio con le loro
"doti canore". Solo con quelle.

Insomma, il Fado come lo conosciamo oggi é pressappoco quello che allora artisti spelacchiati, ubriaconi, papponi ed altri casi umani ascoltavano nelle animadas notti del Bairro Alto, sebbene é indubbio che il genere abbia origini molto piú antiche: secondo il ricercatore José Alberto Sardinha, le radici del Fado si devono ricercare nel "romanceiro tradicional", ovvero nei cantastorie medievali che narravano "histórias da guerra contra os mouros" e che, a partire del secolo XVI, cominciarono a raccontare storie di "amores e desamores": tutto questo repertorio, sempre secondo Sardinha, atraverso i secoli é stato cantato da menestrelli, mendicanti e, perlappuntamente, prostitute.

Resta il fatto che, per sua stessa ammissione, il Fado é soprattutto la musica della saudade e quindi dei migranti e altri viaggiatori malinconici, degli emarginati, dei partoelascioquilmiocuore, o dei rimangoaspappolarmilfegato, ragion per cui la figura del marinheiro - con una terra e mille destini - continua ad essere la piú calzante tra quelle che compongono l'immaginario iconografico legato al Fado, nonché la piú ricorrente - insieme a quella della pia donna.


"O Marinheiro", Constantino Fernandes, olio su tela, 1913.


Come cantava Amalia, "O Fado nasceu um dia, quando o vento mal bulia e o céu o mar prolongava, na amurada dum veleiro, no peito dum marinheiro que, estando triste, cantava".


I FADISTI

...Tanto che la prima canzone con la quale il genere ha "ufficialmente" fatto il suo ingresso nella storia della musica é il classico Fado do marinheiro, cantato giá nel 1840 in tutte le taverne di Lisboa.
Con il Fado arrivarono anche os fadistas....




....Con la loro caratteristica maniera di vestire, a metá tra un pastore arricchito e un nobile decaduto - e le loro attitudini "non convenzionali" (che giá sappiamo quali erano); un fadista é tutt'oggi quell'essere fantasmagorico che porta sempre con se una guitarra portuguesa, compare nei ristoranti mentre tu stai mangiando, si siede in un angolino e zittozitto comincia a strimpellare una nenia struggente con l'espressione di uno che muore tipo domani, poi all'improvviso canta e tu cominci a piangere come un vitello orfano, mentre ordini un'altra bottiglia di vino e senti l'incontenibile desiderio di telefonare a mamma per sapere come sta.





Un fadista - per estensione - é colui che fa il Fado, quindi non necessariamente é chi lo suona: al contrario la voce é diventato l'elemento che piú caratterizza i fadisti, dato che per lo piú parliamo di canzoni tradizionali che negli anni sono state (e continuano ad essere) interpretrate da decine di cantanti diversi, per cui la versione é spesso piú famosa dell'originale, ammesso e concesso che si riesca a risalire, all'originale.

Ad ogni modo, como é obvio i fadisti di oggi sono ben diversi dai fadisti di un tempo, ma questo aspetto lo approndiremo meglio nella seconda parte, che se no mi confondo e se mi confondo io vi confondete pure voi, e non ci capisce un kazoo nessuno, abbiatepazienza.



GENERE DI MASSA



Nella prima metá del XX secolo il Fado ha ormai acquisito grande ricchezza lirica e complessitá melodica, emancipandosi dalle sue origini "maledette" e diventando piú "literário": i versi popolari vengono sostituiti da vere e proprie poesie e i fadisti cominciano ad essere considerati "artisti". Durante gli anni 30 e 40 icinema, il teatro e la radio consacrano il genere presso il grande pubblico, diffondendo a manetta vecchie e nuove glorie del suo repertorio fino a trasformarlo nel genere mainstream per eccellenza, col beneplacito dell'Estado Novo. Questa é stata la famosa "época de ouro do fado", anni in cui aprono le prime Casas de Fado (ristoranti dove si puó mangiare ascoltando Fado dal vivo) e le prostitute possono smettere di presentare curriculum artistici per esercitare.


O direttamente cambiare mestiere.

Al contrario, per esibirsi nelle Casas se Fado era necessario disporre di una "carteira profissional" e di un repertório "visado pela Comissão de Censura", che la dittatura ammetteva i cantanti, ma non chi cantava. Gli unici temi permessi dal regime di Salazar erano la Saudade, la gelosia, le piccole storie di vita quotidiana; ma testi che parlassero di problemi sociali e politici erano rigorosamente vietati e - all'occorenza - puniti.
In questo contesto apparve Amália Rodrigues, la Reinha do Fado....




....O la "Senhora", donna - e voce - meravigliosa che aprí le porte al cosí detto "Fado moderno": Amalia, che esordí nel 1940, attraverso una carriera più che cinquantennale allargó i confini del genere e ne stabilí i parametri per gli anni a venire fino ad oggi. Qui é considerata una specie di divinitá, tanto che dopo la sua morte, avvenuta nel 1999, fu inumata nel Pantheon nazionale tra altre personalità che hanno dato lustro al Portogallo.

Merita piú di quattro righe, Amalia; non c'é storia del Fado senza Amalia. Soprattutto, non c'é storia del Fado moderno, anzi ODIERNO, senza Amalia. Per questo ne parleremo meglio nella seconda parte.

Che arriverá, si spera, prima della caduta del gov..... No, come non detto.



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+ Musica:

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Sicuramente giá conoscete Antonio Zambujio. Se no che problema c'é, ve lo presento io.

Musica Pimba e Neomelodica. Nella forma e nella sostanza.

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