mercoledì 27 novembre 2013

Breve storia illustrata del Bairro Alto

È uno dei quartieri piú antichi e emblematici della cittá di Lisbona, un vero e proprio villaggio globale dove quotidianamente si incrociano e convivono popoli e culture differenti; un quartiere antico ma vivo, inquieto, quasi schizofrenico, con una personalitá bipolare: una diurna, popolare e sossegada, ferma agli inizi del secolo scorso. Una notturna, apolide e animada, proiettata sul futuro: si perché il Bairro Alto non é solo il pittoresco centro della movida lisboeta, é anche un "laboratorio urbano" in fermento, un mercato sul quale artisti, artigiani e piccoli imprenditori continuano a puntare. Tra quel miliardo, miliardo e mezzo di locali che si avvicendano uno di fianco all'altro, infatti, é possibile incontrare tutta una serie di lojas di prodotti tipici, capi d'abbigliamento "alternativo", artigianato locale, piccole mercerie, gallerie d'arte e finanche un teatro; ci sono gli alberghi (per quelli che ci piace dormire di giorno e uscire alla notte), le taverne spelacchiate dove al pomeriggio i vecchietti si ritrovano per giocare a carte (e bere settordici litri di vinho tinto), le panetterie, i parrucchieri, i tattoo-shop.
In 5 SECOLI di vita, il Bairro é stato sede di giornali, ristoranti, bordelli e Casas de Fado; finora é stato il GRANDE ASSENTE INGIUSTIFICATO nelle pagine del Blog di Mundo. È il momento di rimediare con un post dedicato alla sua storia.

Da leggere con un bicchiere XXL di cerveja in una mano e un cigarro truccato nell'altra. 



L'inizio dell'urbanizzazione del Bairro Alto si ha tra la fine del 400 ed i primi anni del 500. A quell'epoca, Lisboa é la capitale di un impero coloniale che va dall'India al Brasile; nelle sue strade che profumano di pepe e noce moscata circola un numero mai visto di estrangeiros e, uh, animali esotici, tra i quali rinoceronti ed elefantiDove alloggiare le migliaia di marinai, mercanti, dignitari, elefanti? Come risolvere il problema di una cittá che transborda de população? Ouh, checcefrega, costruiamo un quartiere nuovo di zecca. Tanto i soldi ci sono. Eh.
É cosi che fuori dalle mura della cittá, in dei terreni di proprietá delle famiglie Andrade e Atoughia....


Qui.

....Si comincia a costruire questo nuovo nucleo urbano che inizialmente prende il nome di Vila Nova de Andrade e occupa la zona dell'attuale Santa Catarina; in breve, centinaia di altos funcionários, mestres carpenteiros, topografi, cartografi e nobili vari riempiono il quartiere, che "si allarga" in direzione alla collina sovrastante. È il 1513: da questo momento comincia ad essere designato come Bairro Alto.


Facciamo un salto in avanti di due secoli. Come é noto, la mattina del primo novembre 1755 Lisboa fu colpita da un violento terremoto (9 punti dela scala Richter) e quasi rasa al suolo dal conseguente tsunami. Il Primo Ministro di allora, Sebastião José de Carvalho e Melo Conte di Oeiras meglio noto come Marques de Pombal, non si lasció abbattere dalla disgrazia, e in accordo con la celebre, virile frase:


« Ed ora? Seppelliamo i morti e diamo da mangiare ai vivi ». 

....Inizió immediatamente la ricostruzione della cittá, seguendo un meticoloso progetto anti-sismico rivoluzionario per quei tempi. È con il piano disegnato dal Marques che il Bairro Alto guadagna le sue attuali frontiere, composte da 4 assi (a ovest Rua do Século, a est Rua da Misericórdia, a nord Rua D. Pedro V e a sud Calçada do Combro e Largo de Camões) che creando una specie di "recinto" conferiscono al quartiere una certa privacyCió nonostante, la nobiltá di Lisboa si sposta verso la nuova Baixa (da ora in poi soprannominata "pombalina") e il Bairro comincia ad essere occupato dal ceto medio-basso. E da decine di bordelli.

Sempre meglio che per strada, digo eu....

Siamo nel XIX secolo, le sedi e le tipografie dei principali quotidiani della cittá si spostano all'interno del Bairro (che ancora oggi conserva strade come la Rua Diário de Notícias o la Rua do Século)...




I giornali il lavoro ce lo hanno praticamente SOTTO CASA: a partire da questo momento il vecchio quartiere rinascimentale diventa il centro dell'ambiente bohemienne della cittá, un ritrovo di studenti, marinai, puttane, fadisti e artisti spelacchiati che marcherá la vita sociale della cittá per tutto il secolo a seguire.
È il piccolo mondo fechado del vizio e del piacere: mentre i fadisti rintanati dentro le tasquinhas e le numerose Casas de Fado cantano l'amore perduto....





....Pie donne accanto a loro sono pronte a consolare i numerosi giovani col cuore spezzato in ascolto.
Come é facile immaginare tra ubriaconi squattrinati, papponi, artisti pazzi e prostitute, le risse erano quasi all'ordine del giorno, e spesso ci scappava QUALCHE pugnalata: "Eu venho do Bairro Alto com vinte e cinco facadas" (Vengo dal Bairro Alto con venticinque coltellate), diceva il ritornello di un celebre motivetto ottocentesco. A un cronista insomma bastava farsi un breve giro notturno per le vielas del quartiere per vederne di cotte e di crude.

Incuranti del pericolo, giornalisti, scrittori e altri intellettuali hanno continuato a frequentare il Bairro Alto fino alla seconda metá degli anni 70, attratti dall'ambiente descontraido e dai bar dove potevano intrattenersi fino all'alba in compagnia di amici e "simpáticas meninas" da 10 escudos a botta. Una maniera per sfuggire alla rigida morale imposta alla societá da una Chiesa cattolica ossessionata dal peccato carnale.

Per questo diciamo che andare al Bairro non era propriamente vista come una cosa elegante. Ció nonostante, complice il "boom" del Fado (che in quell'epoca é ormai elevato al rango di canção nacional) il quartiere continua ad essere animado da quella parte di popolazione lisboeta diciamo, uh, meno conservatrice.


Il fadista Alfredo Marceneiro canta in una tasquinha del Bairro Alto negli anni 60

È all'inizio degli anni 80 che il quartiere comincia a darsi una "ripulita"....


Che ne aveva bisogno

....E cambia nuovamente faccia: il Bairro Alto post-regime é la colorita espressione di una generazione che comincia a godere in pieno della libertá, e alle Casas de Fado preferisce discoteche e locali alla moda. Ad aprire le danze (letteralmente) é stato lo storico Frágil  (inaugurato il 15 giugno 1982), un bar dove si facevano anche concerti e piccoli pezzi di teatro, ritrovo di punk, beatnik, attori, poeti, stilisti e soprattutto dei giovani gruppi rock che cominciavano ad avere successo (come gli Herois do Mar o i Peste & Sida).


E che l'anno scorso ha festeggiato 30 anni

In breve, le strade del Bairro si riempirono di nuovi bar e discoteche, e dove prima si trovavano bettole e bordelli, spuntavano café leterarios e ristoranti. Il nuovo movimento culturale lisboeta nasce qui. Le famniglie tornavano anche ad ABITARE il quartiere, iniziando cosí quel processo di riqualificazione e restauro in parte ancora in corso.





Il boom della movida - che ha definitivamente riempito il Bairro, trasformandolo in quel meraviglioso CASINO che é oggi....






...Si ha peró solo a partire dei primi anni 90, in particolare dopo l'evento Lisboa Capital da Cultura 94, che conduce migliaia di persone provenienti da tutto il mondo nella capitale portoghese. È l'inizio di una nuova era per il paradiso del vizio e del piacere, stavolta completamente ABERTO, tanto da strabordare nelle vicine Praça CamõesRua da Bica (a sud) e nel bel Miradouro di São Pedro da Alcantara (a nord).

I prezzi decisamente popolari (mezzo litro di birra alla spina, 1euro e 25cent, uno shot 1 euro), l'ambiente qualquercoisa-friendly e la variegata offerta musicale hanno reso il Bairro Alto una specie di enorme parque de diversão frequentato soprattutto da giovani universitari ed erasmus che qui si vengono a sballare prima di andare a ballare nelle discoteche, oggi spostatesi piú sotto, nella zona di Cais do Sodré, precisamente in Rua Nova do Carvalho...




....Detta anche Rua Cor de Rosa.


Chissá perché.


Dopo le tre e mezza di notte, il Bairro Alto torna silenzioso;




la mattina si sveglia cosí:




La "solita" squadra di spazzini passa a ripulirlo da cima a fondo. E al pomeriggio i bambini possono tornare a giocare per le sue stradine.




Ignari, esattamente come noi, di quale sará la sua prossima trasformazione.

2 commenti:

  1. Ciao... è da un po' che sto leggendo il tuo blog, per informarmi un po' visto che con un'amica verrò a Lisbona il 22 febbraio per pochissimi ma spero intensi giorni.
    E non c'è guida migliore dei blog di chi ci vive come te!
    Complimenti...
    Simona

    RispondiElimina

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