giovedì 16 maggio 2013

ITALIANO VERO 1 | Emanuele da Marsala, comparsa nelle telenovele portoghesi

Cinematografici lettori del Blog di Mundo, "la vita é una scatola di cioccolattini, non sai mai quello che ti capita"! É con questa frase tratta da un'iconico film degli anni 90 che voglio introdurre la storia di Emanuele, il primo protagonista di una serie di post che, come annunciato mercoledí scorso, dedicheró agli italiani trasferitisi in Portogallo - in particolare a Lisboa - e che lasciando il proprio Paese, la propria cittá, la famiglia, gli amici gli affetti e gli affettati, qui hanno cominciato una nuova vita, districandosi tra le millemila difficoltá del caso, ma anche prendendosi alcune soddisfazioni, che se nó, che migriamo a fare, mica siamo in Erasmus noi, eh.
Non potevamo cominciare nella maniera migliore: la storia di Emanuele, devo dirlo, é bellissima; partito dalla Sicilia col sogno divorante di fare l'attore, E. (come lo chiameremo, per preguiça, d'ora in avanti) dopo una serie di delusioni e alcuni incidenti di percorso, é arrivato nella capitale portoghese, dove con una tenacia, una risolutezza e una caparbietá di livello olimpionico é riuscito a introdursi nel mondo della televisione, in attesa di fare il grande salto verso il grande schermo.
Ed é con grande ammirazione che il blog di Mundo gli dedica questo post che, ne sono certo, vi commuoverá come Nuovo Cinema Paradiso.
Le parti in rosso e in corsivo segnalano il racconto fatto in prima persona da E.

Pronti? Pipocas a portata di mano, si parte!

E., oggi 36enne, nasce a Torino da una famiglia d’immigrati siciliani, “ultimo di tre figli maschi, nel  freddo dicembre del 1976”.




A Torino vive i suoi primi 11 anni di vita, dove cresce giocando “a pallone con molti altri bambini cresciuti con me nella periferia torinese famosa Torino Mirafiori proprio vicino la Zona della famosa Fiat”. Da quel momento, come vedremo, l’aggettivo famoso entra come un’ossessione nei pensieri del giovane E., ma il destino -  e un padre “classico meridionale” – lo scaraventano comenacatapulta a Marsala, in Sicilia, città natale della famiglia, dove E. trascorre la sua pubertá; sono anni “importanti sia nella formazione che nella costruzione della mia personalità”, trascorsi a guardare “come tutti i ragazzi di quell’epocai famosi telefilm americani, da Fonzie (Happy Days, NdM) a Beverly Hills, telefilm “martellanti” che lo segnano indelebilmente, installando in lui “il mito  dell’attore”, tanto che, pensa E. in un genuino momento di onnipotenza adolescenziale: “Perché devo solo vedere io i telefilm e perché non essere io proprio il protagonista e fare qualcosa io per gli altri spettacolarmente parlando?”. Eh appunto, perché no, dico io?


Ed e‘ cosi, dopo questa SPETTACOLARE intuizione avuta all’età di 17 anni, che comincia la personale avventura di E. nel mondo della recitazione.




Un giorno, attraverso il “famoso Televideo della Rai” E. viene a conoscenza di un imminente casting per una “nuova telenovela molto famosa”, la famosaUn posto al Sole”, ancora oggi molto famosa; lui, che non aveva mai messo piede fuori dalla tranquilla e provinciale Marsala, chiede ai suoi genitori di mandarlo al provino, ricevendo come é ovvio un secco NO. Ma, “chiamiamola incoscienza”, chiamiamola “ragazzata”, al cuor non si comanda, chi non risica non rosica, E. – “spinto perché volevo fare qualcosa sul mondo del cinema TV etc” - decide di andare lo stesso e si imbarca da solo sul primo treno pezzente per Napoli....




....Città “che non conoscevo in più sapevo fosse pericolosa”, dove “già all’uscità della stazione ero ripetutamente preso di mira dai soliti ragazzacci che mi chiedevano soldi etc”. Eroicamente, E. continua per la sua strada e “chiedendo alla gente” riesce a trovare la sede della Rai di Napoli, o meglio, “il famoso centro direzionale di Napoli”. Una volta li, si rende conto di NON SAPERE cos'é esattamente un casting, come funziona, che cosa nella pratica dovesse fare, “Tutti rispondevano che non sapevano nulla”, e lui, “rimasto strano”, comincia a pensare ad una “presa per i fondelli una farsa alla napoletana”. Ma no, era un casting per davvero, non ci volevano fare o’ pacc, cosi E. fa il suo PRIMO provino (“rispondendo a delle domande e fare qualche espressione facciale”) e riceve il primo LE FAREMO SAPERE della sua vita, solo che quelli non gli fanno sapere mai piú nulla, alla fin fine, ouh, erano napuletani.




Al ritorno E. passa da Roma, dove fa “il turista per un giorno”, poi rientra in Sicilia, fortificato dall’esperienza partenopea e, nonostante la delusione, sempre piú convinto a sfondare nel mondo dello spettacolo.
Nel 1998, “siccome la Sicilia non offre nulla lavorativamente parlando”, decide di tornare nel freddo ma industrializzato nord e parte per Bassano del Grappa, in Veneto, dove trova subito lavoro in una fabbrica: a soli 22 anni conquista “indipendenza i soldi la casa in affitto”. Ma il suo sogno e’ troppo forte per essere accantonato, gli manca il suo “tassello principale”, “Il cinema la tv spettacolo”.
Si rivolge cosi ad un’agenzia di Padovache prometteva mari e monti”, la quale dopo avergli saccato “tipo un milione delle vecchie lire”, gli fa girare “solo uno spot pubblicitario contro il fumo”. Non un’agenzia famosa, bensi “una classica agenzia che non lavorava ma vendeva sogni a tutti i giovani che credevano di far qualcosa nel mondo dello spettacolo”, un’agenzia napuletana a Padova, insomma.


Aspetta e spera.
Un'agenzia tutto fumo e niente arrosto, tutto fumo negli occhi, per restare in tema; ma E. non si arrende ancora, e torna alla carica presso un’altra agenzia di Roma “che non chiedeva ne soldi e niente”, dove fa un nuovo provino; lí pero la delusione é ancora piu’ grande: “l’allora regista selezionatore mi disse a chiare lettere TU NON HAI LA FACCIA PER FARE L’ATTORE”. Com’e’ umano lei, signor regista selezionatore.



Eppure quell’esperienza a Roma, non si sa per quale bizzarra associazione di idee, fa capire a E. che non doveva “essere un generico”, bensi specializzarsi; ed é con questa sopraggiunta consapevolezza che comincia a frequentare un “mini corso per stuntman di livello base per fare cadute”, grazie al quale inizia a “fare qualcosa”, per la precisione cadute e qualche rissa”, come nei migliori film di Bud spencer e Terence Hill.



Purtroppo, “non avendo una vera tecnica ovvero di arti marziali”, si becca una bella distorsione alla caviglia, il che gli fa pensare di “ritornare a fare altro”.
Nel 2008, riabilitatosi, partecipa in “un film locale in Veneto”, come comparsa nella parte di un Carabiniere.


Eccolo ritratto in abiti di scena :)

Nel frattempo continua a partecipare ad altri casting tra Venezia e Milano, (“addirittura il casting per Il film The Turist di Angelina Jolye e Jonny dept (AngelinaJolie e Johnny Deep, NdM)”, riuscendo infine ad accaparrarsi una particina nel remake di Scarface, dove compare seduto alla tavola con tutti i narcotrafficanti. L’attore principale della pellicola Franklin Santana, ci tiene a sottolineare E., e’ un attore e modello venezuelano vincitore della seconda edizione del reality show La Talpa.


Nonostante si sia trattato di una “semplice” comparsata, l’esperienza arrichisce molto E., che presenzia addirittura al Festival del cinema di Venezia, dove il film - del quale lo ammetto non sono riuscito a trovare manco un frame - a quanto pare viene presentato. Credo peró di aver capito male io e che si tratti piuttosto di una serie tv a puntate, E. che certamente legge potrá correggermi :)
Nel 2011, dopo aver partecipato a innumerevoli provini, e conosciuto numerosi altri “provinanti”, “ma purtroppo non fui tra quelli scelti ok ho provato”, E. prende finalmente la decisione di lasciare l’Italia, e invece di trasferirsi negli USA o a Bollywood, opta per una citta’ “mai considerata”, seppur famosa: LISBONA! Ed é proprio qui, siore e siori, che comincia la suas PARABOLA ASCENDENTE! :)


A LISBOA



Nella capitale portoghese E., come del resto decine di suoi connazionali, comincia a lavorare in un call center, ma il suo sogno manco a dirlo é sempre quello di fare l’attore, tant’e’ vero che, per niente intimorito, appena giunto in questo nuovo, sconosciuto Paese, la sua prima intenzione é “quella di provare in terra straniera con una marea di concorrenza locale”. Se non e’ coraggio questo, ditemi voi cos’é.

Anzi, no, non ditemelo.
E. dunque si concede “appena qualche mese” per cominciare a comprendere il portoghese, “lingua che premetto non ho mai studiato e lingua che per chi viene per la prima volta a Lisbona non capisce una mazza”, stranamente, aggiungo io, et voila’, inizia a bombardare di e-mail le varie agenzie di casting, questo nonostante tutte le persone che incontra ci buttano il picchio, che quando lui solo accenna “all’argomento cinema”, carcano di dissuaderlo dall’idea, ripetendogli che “Lisbona e’ chiusa per il cinema per la tv non c’è molto”; “Io all’inizio non volevo crederci come mai”, riflette oggi E. E infatti, siccome non ci crede mica, siccome c’e’ pur sempre la “marea di concorrenza locale”, e pure sleale, vuoi vedere che 'sti portoghesi sono peggio dei napulitani, uno ci deve provare comunque, ci deve. Cosí, continua imperterrito a contattare sempre più persone tramite l'internet, ma niente, “non riesco ad entrare nell’ambiente, nemmeno ad ottenere un misero provino niente”.

Nemmeno un 



Chi la dura la vince, ed ecco che, passati alcuni mesi, la RTP e la SIC, “se vogliamo dire la nostra Rai e nostra Mediaset (…), miracolosamente mi rispondono con una mail di poche righe dicendomi di rivolgermi all’agenzia dove loro si appoggiano”. 

Miracolosamente.



E siamo al febbraio 2012: E. va nella suddetta agenzia, e con “un po’ di difficoltà con la lingua perché non parlavo ancora bene portoghese”, si presenta al gentile “titolare”, che gli fa “qualche battuta” e “tenta di parlicchiare in italiano”, lui! Ma si vede che doveva studiare, e da li “scatta una sorta di simpatia verso la mia persona”, una sorta, che E. non sa descriverla meglio, e grazie a questa sorta di simpatia viene accettato nell’agenzia e viene invitato a fare le classiche foto, in seguito alle quali viene fatto accomodare nell’atrio “e da li i saluti”. Lui, molto scettico dopo l’esperienza napulitana a Padova, si dice “intanto ho provato, bene aspettiamo una loro risposta”, ma comevolevasidimostrare non riceve alcuna risposta, nemmeno un sms,  perché loro dicevano che contattavano spesso per sms se ci sarebbe presentato un’occasione per me”, ma niente, telefono muto.
A sto punto mi faccio io vivo per più di una volta direttamente in agenzia per chiedere la mia situazione la mia posizione insomma, mi rispondono dopo un bel po’ di ronzio a torno che forse c’era qualcosa iniziano a dirmi di fare una pubblicità per telefonia russa per il campionato russo, dovevo fare il tifoso di calcio ok accetto e vado”.


Ora, non avendo foto originali disponibili sullo spot in questione, é cosi che io lo immagino nel ruolo di tifoso di calcio in una pubblicità per telefonia russa per il campionato russo:




Dopo questa fulminea esperienza, un nuovo periodo di silenzio. Ma E. non si arrende, non dopo tutto quel faticoso ronzio a torno: “Ritorno fisicamente in agenzia, stesso discorso, vedo il Titolare e gli dico se c’è qualcosa pure per me, questa volta penso di essere stato diretto e determinato senza perdere ne tempo e senza alcun timore lo guardo negli occhi gli dico che devo fare esperienza”!
Ouh! Lo capisci o no che devo fare esperienza?!?!?! Porra, pá!!!
Ed é qui che il “titolare”, colpito dalla sua forza di volontá, a questo punto lo scar… Lo manda da una collega che “gestisce una nuova e fortunata telenovela”: e’ il vero, grande inizio della carriera portoghese di E. nelle telenovelas!


"Doida por ti", 2012.
Gli viene inizialmente offerta la parte  di "cameriere maitre": E. felice ringrazia prendendo “impegno solenne di far parte della telenovela con questo ruolo"


Dopo essere stato convinto amichevolmente
A partire da quel momento - maggio 2012 - E. lavora regolarmente e sotto minaccia di morte per questa agenzia, come comparsa, prendendo parte ad alcune delle telenovelas piú note della SIC;




arriva persino a partecipare sempre come comparsa in un VERO film girato a Lisboa e "uscito a fine febbraio nelle sale cinema di tutto il Portogallo", Quarta Divisão, pellicola a sfondo poliziesco nel quale fa la parte di un manifestante.


Anche qui di sua SPONTANEA VOLONTÀ

Il lavoro, da poco, é diventato quasi ingestibile: "in una sola giornata ho fatto più comparse con almeno 7 cambi di abito in almeno decine di ambientazioni diverse, ho fatto dal passeggiare a chiamare l’ascensore a mimare il mal funzionamento dell’ascensone alla scena della cena dove io sono come sfondo alla scena principale con gli attori principali etc".


Grazie a queste continue esperienze, E. conosce "una vastità di attori e attrici che si vedono in tv e nelle riviste del Portogallo e ho pranzato con loro nella mensa degli studi interni". Insomma, sebbene IL SOGNO non sia stato totalmente raggiunto, E. ha finalmente l'occasione per farsi notare e in Portogallo comincia a frequentare abitualmente quel mondo che, a casa sua, lo aveva rifiutato, spingendolo altrove.

Dietro a questo improvviso "successo", ovviamente, non c'é un miracolo;

E. prova a spiegarlo da sé: "nonostante il mio pessimo portoghese sono riuscito a dare sicurezza a quelli dell’agenzia e loro si sono fidati di me (...) esiste un’agenzia che ha molto lavoro e lavora moltissimo con le telenovele (...) quindi avevo capito che ormai solo cosi si può essere considerati per lavorare qui nel tessuto portoghese, il cinema è molto complesso qui e poco sviluppato (...) Devo dire é che stata durissima a volte deprimente troppa concorrenza ma per quel poco che ho fatto nel tessuto delle telenovele cinema e tv portoghese posso ritenermi fortunato perché non sono Portoghese non conosco ancora bene la lingua, e soprattutto con la crisi economica forse ho lavorato più io da straniero che magari qualche altra comparsa portoghese"
E copnclude:  "
che dire sono contento non potevo pretendere di fare il salto in solo 10 mesi di mia attività".

Se posso dire la mia, E. il salto lo ha fatto eccome; e la spiegazione si deve solo e unicamente a quella forza speciale, assolutamente umana, che chiamiamo passione. È vero, E. a volte dá l'impressione di essere troppo ingenuo, se comparato al mondo col quale ha scelto di interfacciarsi, ma non si tratta di ingenuitá; direi piuttosto genuinitá. Genuinitá che a lungo andare lo ha premiato, aiutandolo a scavare un solco in un terreno che tutti si ostinano a dire arido e senza possibilitá di infiltrazione; genuinitá che continua a dargli la forza - dopo tanti anni - di continuare a lottare per il suo sogno, il meraviglioso sogno del cinema.

TUTTI dovremmo prendere esempio da E., e lottare per i nostri sogni, anche e soprattutto quando sembrano irrangiungibilli, senza aspettare la famosa manna dal cielo; TUTTI dovremmo bussare alle porte delle agenzie di casting di ogni parte del mondo, e scassare continuamente la minchia al titolare di turno, perché peggio di un "Le faremo sapere" c'é solo un "Non lo sapremo mai".


In bocca al lupo, caro Emanuele!  :)))



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PS:
La prossima punt... Emh, il prossimo post di Italiano Vero sará dedicato a Chiara, architetto, veterena tra gli italiani a Lisboa!

Siateci ;)

6 commenti:

  1. Emanuele.. le porte non sempre si aprono facilmente... ne tanto meno con la prima spallata, anzi perlopiù è molto facile che tendono a chiudersi...tu hai provato... hai fatto bene ad insistere e ti ammiro per la tua determinazione e questo ti dovrebbe rendere fiero come persona e come italiano all'estero e mi auguro che chi si troverà davanti ai tuoi occhi vedrà quello che stava cercando... l'impronta di un bravo attore... lo meriti tanto....

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  2. Sono Emanuele Titone, vorrei tantissimo ringraziare di cuore a tutte le persone che mi sostengono e mi fanno sentire bene, e sopratutto,ringraziare a chi crede in me, spero di fare sempre del mio meglio nella mia vita se qualcuno curioso\a vuole contattarmi per qualsiasi delucidazione vi lascio la mia e-mail-
    Grazie ancora di cuore a voi che leggete
    emanueletitone@gmail.com

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  3. spero che il tuo racconto continui ancora. con mille episodi non mi sorprende la tua grinta che hai sempre avuta continua cosi la fortuna aiuta ghi audaci ciao da tonino

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  4. Grande Lele, mi è piaciuto proprio questo racconto e ti auguro di avere successo come desideri. Continua a credere nelle tue capacità e nei tuoi sogni, chi lo sa che un giorno non si avverino davvero! In bocca al lupo. Fabio, quello che rende il nostro lavoro meno noiso!!! ;-)

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  5. Grande Emanuele!! Un abbraccio e in bocca al lupo x la tua carriera!! Diego, il tuo ex coinquilino

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