Ora, l'italiano e il portoghese, è vero, sono lingue cugine, condividono tante parole che sono perfettamente uguali ma che - e qui ti voglio - HANNO UN SIGNIFICATO COMPLETAMENTE DIFFERENTE. L'esempio più lampante è quello del termine, er, FICA, che qui sta per "resta", "rimani" (dal verbo ficar) e può essere usato in forma carinhosa per una tenera dichiarazione d'amore...
.... Mentre da noi, come è noto, sta per tutt'altra cosa.
E questo, come potete immaginare, può portare a spiacevoli equivoci. Come quelli vissuti dal sottoscritto nell'Era della Confusione Semantica.
N°1
Scena della figura di merda n°1 è il Pingo Doce, il supermercato più amato dei portoghesi, frescura e qualidade a preços sempre baixos e soprattutto gli impiegati più simpatici della Terra. Tutti sanno che una delle maniere più pratiche per imparare i nomi delle cose in un altra lingua è proprio fiondarsi dentro un supermercato e scorrere uno ad uno i prodotti esposti, è così che ho appreso che qui una mela è una maça, una melanzana è una berinjela e una carota una cenoura. Quello che non sapevo quel giorno è come si dicesse burro in portoghese e, ahimè, dove diavolo fosse che nel banco frigo non lo vedo, o sono diventato orbo o mannaggialamiseria è finito. Pronto, ecco l'occasione perfetta per rivolgere la parola a un indigeno, che sembrano pure così carini, disponibili e cortesi..."Venha cá" |
Checavoloavròdetto |
Ecco in pratica cosa stavo chiedendo a questa povera crista:
Ebbene si. Un asino. |
E lei: Aqui nós não vendemos burros, come a dire, non so da dove vieni te, ma qui noi di asini non ne mangiamo; vacche, maiali e galline magari, ma gli asini guarda, ve li mangiate voi al Paese vostro. Fu così che imparai due cose in una botta sola: primo, che il burro in portoghese si dice manteiga; e secondo, che dare del burro in faccia a qualcuno è maleducato forte.
N°2
La seconda, tragica figura di merda avviene, anche questa, al Pingo Doce, nello STESSO Pingo Doce, che uno dice va beh tanto ormai mi conoscono.Quel giorno mi serviva il mais, che c'avevo voglia di una di quelle insalatone ricche e colorose; anche in questo caso sono stato colpito da un impietoso attacco di cecità da supermercato, e anche in questo caso non avevo la più pallida idea di come si potesse chiamare il mais in portoghese ma, ehi, avevo già appreso che la S si pronuncia sh, con la s di sciare, insomma. E' così che bello sparato mi avvicino al funcionario di turno a chiedere convinto: "Desculpa... Eu queria maiS". "O senhor quere o que?" Aridaje. "Emh... Mais, mais! Eu quero mais!"
....Che - sigh - tradotto letteralmente dal portoghese significa: "Voglio di più!". Io cioè stavo dicendo a quel povero lavoratore che volevo di più, ma di più cosa, boh, di più. E lui, evidentemente turbato, rivolto ai colleghi: "Olhem, esto senhor quere mais!". In breve, il terrore si è impadronito del supermercato; tutti a cercare questo mais, a tentare di capire cosa volesse davvero questo rompicoglioni di italiano che quando si fa due, tre aule di portoghese è sempre tardi. E' a questo punto che scatta lo spiegone: è pequeno, a chicchi...
....Ed è amarelo!
Giallo! |
N°3
La terza figura di merda non è niente in confronto alle precedenti, ma merita o terceiro lugar proprio in virtù di quello che dicevo prima, del fatto che italiani e portoghesi c'abbiamo le parole uguali ma diverse, diverse ma uguali e è uma confusão do cara***.
Scenario: un bar qualsiasi nel centro di una amena aldeia portuguesa, uma noite tranquila a (cercare di) conversar com a gente, una imperial dietro l'altra, la sensazione che il peggio è passato, che alla fin fine, oh! Ce la caviamo benissimo.
Fino a quando una delle ragazze sedute al tavolo non si rivolge agli altri, e parlando di me dice: "Està muito engraçado, não està?". Engraçado, che suona ESATTAMENTE come l'italiano INGRASSATO, però sta per simpatico, divertente, solo che io non lo sapevo; "Não, não, não estou". Voglio dire, io sarei ingrassato? E tutti: "Sim, sim estas". La mia faccia:
Sarà che ho mangiato troppo bacalhau da quando sono arrivato? Non mi vedo tanto diverso. E comunque voi che meenghia ne sapete? Abbasso lo sguardo verso la mia pancia, e ancora più imbarazzato ripeto: "Não, não acho" (non credo). La povera ragazza ha dovuto specificare che si trattava di un complimento. Ai è?
E', burro che non sei altro, è.
E', burro che non sei altro, è.
Molto divertente :-)))
RispondiEliminaNe ho parlato anch'io sul mio blog: http://lisbonstorie.blogspot.it/2011/12/fica.html
caro mundo, complimenti per il bel post, ma quanto a figure di merda pare io abbia fatto di peggio...
RispondiEliminaEhehehehe e racconta no? ;)
EliminaFantastico....lol
RispondiEliminaBravo: ho riso tanto! Arroz muito? :D
RispondiEliminabeh racconto questa. Ho lavorato per un po' in un bar e un giorno, dovendo cambiare le pile al telecomando, vado dalla proprietaria e cosa le dico?! "preciso de uma pila"
RispondiEliminaforse staranno ancora ridendo...
Buahahaha!!! Fantastico :D Povera Valentina :)
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